IL CUORE

 Come annunciato nell’articolo precedente che trattava la respirazione, questa volta parliamo del CUORE  e della circolazione.

Il cuore, fisiologicamente,  è una pompa instancabile che provvede a “spingere” il sangue ovunque, all’interno del nostro corpo: sia di giorno che di notte, anche quando  siamo a testa in giù o facciamo uno sforzo fisico.

Il sangue porta nutrimento ad ogni nostra cellula e provvede a “scaricarla” dai rifiuti metabolici.

In Medicina Tradizionale Cinese il cuore è chiamato “l’Imperatore”. Il suo primo compito è “alloggiare lo Shen”.

Lo “Shen” , possiamo tradurlo come “spirito”,  “anima”. È un po’ la nostra “missione”, quello che dovremmo perseguire, seguendo il nostro cuore.

In questo senso,  il cuore-organo trasforma gli alimenti e le esperienze (le essenze) e li rende “fruibili” a tutto il corpo, facendoli scorrere nel sangue (che per definizione arriva ad OGNI cellula).

Relativamente a questo, ci fu un esperimento citato da “Nature” circa i ricordi di altri nelle trasfusioni di sangue ricevute in stati di necessità o di urgenza.

Anche in questo caso occidente e oriente non sono poi così lontani nell’intendere il funzionamento del nostro organismo,  anche se la Medicina Cinese impreziosisce con la propria filosofia e la propria visione micro-macrocosmica i contenuti fisiologici.

Tornando al cuore, in questo momento nel mondo del fitness stiamo assistendo a strumenti sempre più precisi e interpolabili per misurare il suo battere, la “distanza” tra un battito e l’altro e quanti più dati sia possibile estrarre dalla registrazione telemetrica di un esercizio fisico.

Qualche anno fa imperava il “push-push-push”, il sempre di più e possibilmente il sempre più intenso. O andavi “a manetta” o non stavi facendo fitness.

Oggi… è ancora così ma coesiste con una fetta di praticanti più soft, più “new age” se volete, che ha capito che ad un certo punto, forse, vale la pena anche fare un po’ meno fatica. O almeno una fatica diversa dal punto di vista cardiaco: pilates, pancafit, yoga e via così.

Sembra qualcosa di più di una moda passeggera, forse potrebbe rappresentare, a mio avviso, un’influenza del pensiero sul corpo, la ricerca dello “star bene” dominando e investendo sulla mente, sul controllo, sulla presenza.

Gli indiani sostengono che nasciamo con un dato numero di respiri e quindi il nostro compito è “andare al risparmio”.

Di sicuro fare esercizio fisico, anche se a titolo di fitness, richiede rispetto per il proprio corpo, per i tempi di recupero delle sensazioni fisiche ma anche per quelle mentali…siate gentili con voi stessi!

 

Dott. Andrea Botteon

Osteopata D.O. MRO I

Perfezionato in Medicina Tradizionale Cinese

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