Il giusto allenamento sostenibile dal punto di vista fisico e psicologico!

Studi recenti hanno posto l’attenzione verso le risposte psicologiche correlate all’attività fisica, in quanto potrebbero rivelarsi un’importante chiave di lettura dell’inattività fisica che caratterizza le popolazioni dei Paesi più industrializzati.

Le decisioni inerenti la pratica di un’adeguata attività fisica sono fortemente influenzate dalle esperienze motorie pregresse e altamente correlate alle risposte affettive piacevoli o sgradevoli.


Durante queste ricerche è stata fatta luce anche sull’importanza della scelta dell’intensità dell’esercizio in relazione con la modalità di prescrizione (esercizio ed intensità imposti dall’istruttore o auto-determinati dal soggetto). Questa relazione sembra essere fondamentale nella determinazione della risposta affettiva del soggetto verso l’attività fisica: normalmente l’affettività peggiora all’aumentare dell’intensità dell’esercizio, tuttavia questa sembra essere una conseguenza ben più moderata quando l’attività viene decisa dal soggetto stesso e non imposta esternamente da un’altra persona (Ekkekakis P at al., 2011).

Questa premessa lascia ipotizzare che, a prescindere dall’intensità dell’esercizio, la vera differenza che deriverebbe tra il piacere o la sgradevolezza nel praticare un esercizio fisico risieda prevalentemente nell’imposizione esterna o nella scelta autonoma dell’intensità dello stesso e del tipo di attività.

Nel periodo giugno – settembre, il corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Pavia ha deciso di intraprendere uno studio scientifico con l’obiettivo di indagare le risposte affettive in relazione alla modalità di esercizio: auto-selezionata o imposta.
Si è scelto di utilizzare la camminata poiché è un’attività motoria di base di facile controllo sia per coloro che somministrano il test e sia per i soggetti che lo devono eseguire.

Inoltre il cammino rappresenta un’attività facilmente replicabile anche al di fuori del protocollo di studio e quindi si dimostra un ottimo mezzo allenante per soggetti decondizionati.

Tale studio ha previsto l’utilizzo del Treadmill Matrix per lo svolgimento delle prove di cammino e per i test da sforzo. Nell’ambito di queste prove sono stati registrati parametri di carattere fisiologico e psicologico tramite l’applicazione di specifiche scale che indagano la risposta affettiva durante il cammino su treadmill in diverse situazioni.

In particolare sono stati testati 32 soggetti, ognuno di essi ha svolto un test da sforzo iniziale, un prova di cammino autogestito e due prove di cammino imposte dall’istruttore. La durata di tali prove è stata di 30 minuti l’una circa.

Dai risultati di questo studio sarà possibile trarre indicazioni utili al fine di progettare allenamenti maggiormente sostenibili dal punto di vista fisico e psicologico dal soggetto.
Questo avrà ricadute positive sulla prosecuzione a lungo termine dell’attività fisica intrapresa ed eviterà il fenomeno di drop-out precoce.

Il Treadmill Matrix sarà utilizzato dal corso di studi di Scienze Motorie anche come supporto didattico durante lo svolgimento dei corsi di: Protocolli Fitness, Personal Trainer, Fitness Cardio-Metabolico, Tecnica del Fitness e Teoria Tecnica e Didattica delle Attività Motorie Ricreative e del Tempo Libero.

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1 commento su “Il giusto allenamento sostenibile dal punto di vista fisico e psicologico!”

  1. ciao, questo studio mi trova pienamente d’accordo e sono convinto che controllare sempre il proprio sforzo fisico magari con l’aiuto di un cardiofrequenzimetro porti giovamento in qualsiasi attività motoria

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