Tony Cairoli ha il suo numero cucito addosso o per meglio dire inciso nel suo cuore. Un segno indelebile, fa parte di lui e della sua grande storia. Un segno, un numero identificativo riconoscibile da tutti, in gara, per strada, scritto sui muri, sui post di instagram o semplicemente su internet, lo senti e lo vedi scritto “ TC222” e sai già che si sta parlando del nove volte campione mondiale di motocross Tony Cairoli.
Un po’ come quando si sceglie il proprio numero preferito, per ricordare una ricorrenza, un ricordo della propria vita, un numero scaramantico, c’è sempre una storia dietro, e così questo numero diventa parte di te, nei momenti belli e nei momenti brutti. Che te lo sia scelto o ti sia stato attribuito per caso, è il tuo numero.
Così è stato per Tony Cairoli, il suo 222, il suo numero da campione non l’ha proprio scelto, dietro c’è una grande storia, che inizia a Patti dove lui è nato. Il suo papà Benedetto, il suo primo fan, a quattro anni gli regalò una piccola Italjet 50 nuova di zecca, fu subito amore e con lei mosse i primi passi o per meglio dire fece i primi giri, non in un grande circuito in qualche parte del mondo, ma nel terreno vicino casa sua. Così iniziarono le prime corse di Tony Cairoli, le prime scorribande ma anche le prime cadute come ricorda lui nel suo libro “Velocità, Fango e Gloria”. Niente e nessuno poteva fermarlo, ormai aveva trovato la sua strada.
Molti anni dopo e molte gare dopo, decise di rispolverare la sua prima Italjet 50 e di aggiustarla. Ed ecco che scoprì il numero 222 sul telaio della moto, quel numero che per caso gli era stato assegnato dal team De Carli all’inizio della stagione 2004. Quell’anno scelse il numero 211, purtroppo ma soprattutto per sua fortuna quel numero era già stato preso e decisero di attribuirgli proprio il 222. Di numeri nella sua carriera ne ha cambiati, ma è sempre tornato ad indossare il suo numero 222, suo segno distintivo da più di tredici anni. Un numero, una ricorrenza, proprio come la sua 222esima gara disputata nel GP di Lettonia.
Inciso sul telaio della sua moto, sulla divisa da campione e ovviamente nel suo cuore, come nel cuore dei tantissimi fan Italiani di motocross che identificano il loro campione col numero 222, ormai diventato sinonimo di velocità e vittorie.
Tratto liberamente dal libro di Antonio Cairoli “Velocità, Fango e Gloria”