Gestione moderna del personale

Gestione del personale, staff, squadra, motivazione, team building…
Parole che nel mondo aziendale, fitness e non, vengono ripetute continuamente.
Ma cos’è cambiato negli ultimi anni?
Possiamo gestire un club come facevamo dieci anni fa …o qualcosa è variato?
Non è facile rispondere a questa domanda, ma credo risulti evidente a tutti quanto sia mutato lo scenario competitivo. E con esso il mercato del lavoro.
Sicuramente le palestre cinesi non ci fanno paura. Altrettanto sicuramente, la concorrenza coi paesi emergenti sta cambiando il paradigma stesso del mondo del lavoro.
humanresorceVediamone quindi alcuni aspetti.

Gli organigrammi
Un elemento che non ha subito cambiamenti radicali è la necessità di un organigramma chiaro e il
più possibile condiviso dai collaboratori.
Senza di esso è stata dimostrata una diminuzione delle performance dei singoli e – fatto ancor più
grave – del livello di servizio (di cui il cliente è il primo ad accorgersi).
Quando tutti sanno cosa fare, in che tempi e perché …e ci sono dei capi settore che si assumono responsabilità, le strutture lavorano bene e tutto fila via liscio senza i mille continui problemini che tempestano invece la vita dei centri male organizzati.
Se a questo aggiungiamo una strategia ben delineata e un cammino di evoluzione/trasformazione preciso tutto viaggia a una velocità molto maggiore.
Banale ma non scontato: avete mansionari e procedure codificate? Li consegnate ai vostri
collaboratori? Pretendete che li conoscano quanto voi?

Il lavoro sul team

Concetti come staff, gruppo, team e tutto quello che ne consegue, in termini di struttura, risorse e attività correlate al loro sviluppo e mantenimento, sono ancora validi.
Ma se prima erano il milestone sopra cui si poggiavano le certezze del nostro mondo, ora sono diventate una delle tante sfaccettature dell’argomento.
Da una parte la crisi ha intristito i titolari che si prestano sempre meno a esperienze ludiche (ma anche formative) con i propri collaboratori.
Gym and Fitness. Smiling people.…non fraintendetemi. Penso a una pizza al mese, tutti assieme. A una gita ogni tanto. Al
festeggiare i compleanni dello staff.
Invece di soffrire e gioire con tutti i propri collaboratori, si assiste a un ritrarsi in se o, al limite in un sottogruppo di persone affini al titolare stesso (istruttori se il titolare è un tecnico, altro se non lo è).
Dall’altra sta diventando (…per fortuna) sempre più importante la lettura dei KPI personali (key performance indicator), in altre parole la gestione attraverso numeri che permettano di giudicare, day by day, il lavoro dei collaboratori.
Qualunque sia il loro ruolo. Dal consulente alla reception, passando per il personale tecnico.

Il sistema premiante
Quello che spesso manca ancora, salvo per le figure commerciali, è un sistema premiante.
Badate bene, non mi riferisco esclusivamente ai soldi. Ci sono aspetti anche meno tangibili che lavorano sulla motivazione in maniera equivalente.
Bisogna però entrare nell’ordine di idee che ogni collaboratore, non solo il consulente, debba avere degli incentivi basati sulla sua efficacia/efficienza nel lavoro per cui è stato assunto, sul numero di referral che genera, sulla fidelizzazione che ottiene, sugli articoli che fa scrivere sul centro e chi più ne ha più ne metta.

Gli orari
orologioDiminuiscono le certezze.
Tempo fa, un imprenditore di estrazione internazionale mi ha detto: “i collaboratori debbono rendersi conto che l’interesse dell’azienda è anche il loro. Se l’azienda prospera, i loro stipendi sono pagati, loro sono tranquilli e il futuro è assicurato. Altrimenti chiude e loro rimangono senza lavoro. A tutti i livelli devono cominciare a ragionare quasi come soci. In quest’epoca di margini sempre più risicati, come possono pensare di non lavorare al massimo e chiedere addirittura straordinari …”.
Dieci anni fa non immaginavo di sentir dire cose simili. Ma dieci anni fa, in altri settori, non
eravamo ancora coscienti del fatto che “altrove” la gente lavora sedici ore il giorno e lo fa per il solo fatto di poter mangiare qualcosa alla fine del giorno.
Bene, non possiamo non tener conto che siamo in piena globalizzazione e questo è il pensiero dominante.
E’ l’inversione del paradigma. Se le condizioni mutano, bisogna cambiare le nostre cornici mentali o siamo destinati a soccombere.

Il collaboratore scarso
“Al giorno d’oggi non ci si può più permettere collaboratori non redditizi…”
L’ho sentito affermare da un imprenditore durante uno dei nostri corsi.
In passato, un istruttore, non dico incapace, ma non in grado di generare referral o di tenere alto il tasso di fidelizzazione, rimaneva in struttura perché era simpatico o “sapeva fare delle belle schede”.
Ora non ci sono più i margini per poterlo fare.
Gli americani l’hanno capito venti anni fa e hanno cominciato a far pagare un affitto ai tecnici che vogliono lavorare nelle loro strutture.
business woman in glassesIn Brasile, paese emergente, mi dicono che una receptionist che non abbia il sorriso stampato sulle labbra per tutto il turno di lavoro, non dura una settimana.
Da noi, complice anche la poca chiarezza di idee rispetto al profilo delle varie figure e a cosa si deve chiedere loro, in funzione del modello di servizio adottato, si mantengono ancora grandi sacche d’inefficienza.
…beato chi può permetterselo. Per tutti gli altri mi viene in mente il Titanic…


La comunicazione

Sempre più spesso mi imbatto in strutture dove non ci si parla.
Avete capito bene.
Ovviamente mi riferisco all’allineamento costante e continuo che ci deve essere tra i vari staff, ma anche tra i singoli.
Mancano momenti programmati e frequenti di condivisione comune. Lo stesso vale per gli
strumenti di comunicazione interni.
Le cause? Scarsa preparazione aziendale dei titolari. Il tempo che diventa sempre più “tirato”. Gli orari sono fatti male e non prevedono momenti di presenza contemporanea. Ma anche la crisi che genera sempre più spesso problemucci (penso, tra gli altri, ai ritardi nel pagamento degli stipendi) e quindi tensioni che rendono difficile “chiedere di più”, anche quando il “di più” è un’oretta di confronto plenario mensile.

Quanto scritto non esaurisce certamente l’argomento ma individua chiaramente alcune delle carenze più diffuse del sistema fitness italiano.
Come sempre c’è chi è più avanti e chi più indietro.
Se credete di appartenere alla seconda categoria, non avete alternative se non “evolvere” il più velocemente possibile.

Darwin insegna…

logo UPA cura di
Dr. Adriano Guizzetti

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